ANNALISA PERRONE

un'artista che è rinata e vuole raccontarsi per aiutare altri a rinascere

La carta si piega tra le mie mani, ne sento quasi il respiro, avverto la sua fragilità, ogni punto la spezza ma il filo rafforza quella ferita. Ogni solco diventa un sussurro, un pensiero sino a diventare una storia . Cicatrici che vorremmo nascondere senza sapere che sono la nostra anima , non sopravviviamo, viviamo, infondo è questo l’essenziale. Il kintsukuroi è l’antica arte giapponese di aggiustare ciò che rotto. Quando un pezzo di ceramica si rompe i maestri Kuntsukuroi lo riparano con l’oro, lasciando in bella vista crepe, perché un’opera riparata diventa simbolo di fragilità, forza e bellezza. La ceramica forte e fragile e di rara bellezza, così come la vita e le persone. Pensiamo che ogni volta che qualcosa dentro di noi si rompe difficilmente la ripareremo e quando accade nascondiamo le crepe. Ognuno di noi ha la sua storia cucita su cicatrici che hanno bisogno di essere evidenziate e trasformate in opere d’arte C’è stato il tempo in cui la mia vita si è frantumata , un tumore al cervello un giorno di febbraio mentre il sole tramontava. ho ancora nelle orecchie il rumore del mio corpo che si rompeva, ho ancora negli occhi la scena dei pezzi sparsi qua e la sul pavimento del reparto di neuro chirurgia. Sono stata a guardarli per giorni in attesa di essere operata, cercando di comprendere cosa mi stava trasformando in un puzzle, ho pianto e mi sono arrabbiata. Ho imprecato tantissimo, non potevo fare altro, infondo non avevo fatto quel viaggio a New York, non mi ero sposata e quella paura di non rivedere mai più il sole mi raggelava. Sentivo freddo e in torno a me le ombre prendevano il posto di quel sole che temevo di non rivedere più , ma si sa che la vita è strana, nel momento in cui tutto cade a pezzi ti porta sulla strada angeli che perdono piume e ti indicano il da farsi, ti abbracciano e profumano di vaniglia, non parlano eppure gli occhi ti sorridono e ti tengono per mano e ti concedono il tempo e ti affidano ad un pezzo del loro cuore che hanno lasciato sulla terra. E prometti che lo avresti rispettato e vissuto ogni rintocco dell’orologio, anche se ogni tic è stato impregnato di dolore fisico, e del cuore quando con la banale scusa di definirti forte persone a cui tenevi sono scomparse come la neve che si scioglie in un giorno d’estate. Chissà magari pensavano che la malattia è contagiosa o che con quella frase : “ su dai tu sei forte “ potessero darti coraggio in realtà si scrollavano di dosso la responsabilità di esserti vicino. Mentre le lancette si spostavano ho dovuto difendermi dai franchi tiratori per difendere un lavoro per cui avevo tanto lottato. Ma il tempo scorre indipendentemente dalla volontà dell’uomo, scorre e ti porta sul toc e passeggi tra i corridoi di quel reparto di oncologia che diventa la tua fortezza perché sai che lì potrai sconfiggere il drago. E mentre mi aggiro ascolto le storie di donne che come me si sono dovute armare e andare in battaglia, quelle parole ti entrano nell’anima perché scopri storie di solitudine, di abbandoni.  Non è stato facile affatto , tutto è stato complicato amplificato da un dolore sordo, da notti insonni, da speranza. Ho disegnato mille progetti e scritto fiumi di parole ma ciò che desidero è essere utile a donne che hanno o stanno affrontando un problema oncologico e l’unico modo che conosco è attraverso la mia creatività . Ma non basta solo quella serve anche altro, chissà, forse serviranno ali di riserva così ho seguito la scia del profumo di vaniglia e guardando per terra ho trovato tante piume che quegli angeli lasciavano e mi sono travata volti, abbracci, riccioli bruni e dorati così l’idea di far nascere un associazione dove si possa trovare un’ ala di riserva per spiccare il volo insieme. Per farlo parte dei proventi della vendita delle mie opere saranno destinati all’associazione. Ma vi starete chiedendo e adesso la tua storia come prosegue? Il viaggio a New York ancora non l’ho fatto, ma non dispero, mi sono sposata per il resto vi lascio alle parole di una canzone che amo e posso solo dirvi che seguo ancora il profumo di vaniglia e mi aggrappo alle ali di riserva dei miei angeli in terra

Forse è vero
Mi sono un po’ addolcita
La vita mi ha smussato gli angoli
Mi ha tolto qualche asperità
Il tempo ha cucito qualche ferita
E forse tolto anche ai miei muscoli
Un po’ di elasticità
Ma non sottovalutare la mia voglia di lottare
Perché è rimasta uguale
Non sottovalutare di me niente
Sono comunque sempre una combattente
È una regola che vale in tutto l’universo
Chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso
E anche se la paura fa tremare
Non ho mai smesso di lottare
Per tutto quello che è giusto
Per ogni cosa che ho desiderato
Per chi mi ha chiesto aiuto
Per chi mi ha veramente amato
E anche se qualche volta ho sbagliato a qualcuno
Non mi ha ringraziato mai
So che in fondo
Ritorna tutto quel che dai
Perché è una regola che vale in tutto l’universo
Chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso
E anche se il mondo può far male
Non ho mai smesso di lottare
È una regola che cambia tutto l’universo
Perché chi lotta per qualcosa non sarà mai perso
E in questa lacrima infinita
C’è tutto il senso della vita
È una regola che vale in tutto l’universo
Chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso
E anche se il mondo può far male
Non ho mai smesso di lottare
È una regola che cambia tutto l’universo
Perché chi lotta per qualcosa non sarà mai perso
E in questa lacrima infinita
C’è tutto il senso della mia vita